I test della vista sono la nostra principale linea di difesa contro l’insorgere di difetti visivi e patologie oculari. Fissati con regolarità, questi controlli consentono all’oculista di notare eventuali cambiamenti nella nostra capacità visiva e prevenire danni anche molto gravi causati da glaucomi, cataratte o neoplasie del bulbo oculare, permettendoci così di mantenere un’ottima capacità visiva con l’aumentare dell’età.
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ToggleCos’è un test della vista?
L’esame della vista o test della vista consiste nella misurazione della nostra acutezza visiva, ovvero il grado di capacità dell’occhio umano di percepire le caratteristiche di un oggetto nonostante la distanza da noi. I test della vista sono numerosi e ciascuno viene svolto in modo diverso, ma quasi tutti richiedono l’uso delle tavole optometriche (anche dette “ottotipi”) in grado di rilevare la capacità visiva del paziente su una scala di valori in decimi.
Come si misura la vista?
La misurazione della vista determina il livello di correzione ottica necessaria a una persona che soffre di uno o più difetti di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia). Questa misurazione è la stessa che viene utilizzata come valore guida per la scelta delle lenti degli occhiali e delle lenti a contatto del paziente per normalizzarne la visione.
Durante l’esame della vista l’oculista può scegliere di svolgere diversi test visivi come: test dell’acuità visiva, test di Snellen, misurazione della gradazione e tonometria.
Test dell’acuità visiva
L’acuità visiva viene misurata mediante gli ottotipi, ossia tabelle con lettere e/o simboli disposte in una sequenza di dieci righe la cui dimensione diminuisce sempre più dall’alto verso il basso. Durante l’esame, l’ottotipo va posizionato ad una distanza minima di tre metri dal paziente che cercherà di riconoscere i simboli presenti su di esso. Questo test è fondamentale per misurare il grado di miopia del paziente e cioè la sua capacità di mettere a fuoco gli oggetti davanti a sé e il loro grado di definizione.
Test di Snellen
Il test di Snellen è un esame della vista ideato nel XIX secolo dal medico olandese Hermann Snellen, la cui tecnica è tutt’ora utilizzata dagli oftalmologi per la sua grande efficacia nel misurare la messa a fuoco della vista. Il processo di questo test è il seguente:
- Il paziente si deve sedere ad una distanza di 6 metri dalla tabella in cui compaiono le lettere (talvolta le immagini);
- Lo specialista fa indossare al paziente un paio di occhiali senza lenti, con uno dei due occhi coperto;
- Successivamente l’oftalmologo chiede al paziente di identificare una per una le diverse lettere;
- Il test termina quando la persona ha identificato tutte le lettere o commesso diversi errori.
Misurazione della gradazione
Questa misurazione avviene attraverso la tecnica dell’autorefrattometro (o rifrattometro oculistico). Questa metodica è semplice e veloce:
- il paziente si siede con il mento correttamente appoggiato sulla macchina per osservare una fotografia che, in pochi secondi, si mette a fuoco e sfoca.
- L’auto-refrattometro analizza come l’immagine viene proiettata sulla retina.
Questi dati sono indispensabili per valutare il grado di refrazione di ciascun occhio.
Tonometria
È una tecnica diagnostica che permette di misurare la pressione intraoculare attraverso uno strumento detto tonografo. La procedura non è minimamente invasiva, pericolosa o dolorosa ed è adatta a tutti.
I passaggi di questo test sono i seguenti:
- Il paziente viene fatto accomodare su uno sgabello appoggiando mento e fronte sullo strumento.
- Il tonometro spruzza un soffio d’aria sulla cornea del paziente che deve mantenere l’occhio aperto e osservare una luce posta davanti a sé.
Questa operazione dura solo 15 secondi per entrambi gli occhi e permette di verificare se la pressione interna dell’occhio presenta valori normali. In caso contrario può essere il campanello d’allarme della presenza di patologie o lesioni oculari che vanno trattate tempestivamente.
Come funziona il test della vista da lontano?
Questo tipo di test viene svolto posizionando l’ottotipo ad una distanza prefissata di 3-4 metri e chiedendo al paziente di leggere dalla prima (1 decimo) all’ultima riga (10 decimi) prima con entrambi gli occhi aperti (visione binoculare) e poi coprendo alternativamente un occhio e poi l’altro.
Solitamente i nostri occhi sono perfettamente capaci di vedere bene gli oggetti lontani finché il punto focale, in cui convergono tutti i raggi luminosi che attraversano la cornea, si forma precisamente sulla retina in un’area chiamata fovea, dove sono presenti gran parte dei recettori che comunicano al cervello ciò che l’occhio sta vedendo. Quando, invece, il punto focale non si forma nella fovea, le immagini trasmesse al cervello risultano sfocate e di conseguenza non si riesce a vedere da lontano.
Come funziona il test della vista da vicino?
Il test della vista da vicino è l’esame più accurato per capire se si è affetti da presbiopia, il disturbo visivo caratterizzato dalla perdita graduale e irreversibile della capacità di mettere a fuoco le immagini osservate da vicino.
Questo test si rende particolarmente necessario dopo i 40 anni, considerata l’età in cui il sistema di messa a fuoco da vicino inizia a perdere un po’ della sua flessibilità. A causa dell’invecchiamento, infatti, il cristallino tende a irrigidirsi sempre più, rendendo la vista sfocata ad esempio quando si legge.
L’esame viene effettuato invitando il paziente a leggere un foglio A4 perfettamente identico all’ottotipo da lontano, posizionandolo in condizioni di luce normale a circa 40 centimetri dal viso.
Se l’oculista nota che il paziente non riesce agevolmente a vedere fino all’ultima riga potrebbe essere il segnale dell’insorgere di una presbiopia o di qualche altro problema legato alla vista. È giusto effettuare questo tipo di test anche se si soffre già di altri difetti visivi perché alcuni pazienti potrebbero essere affetti allo stesso tempo da più disturbi (chi è miope può anche essere presbite senza rendersene conto).
Che cos’è una tavola optometrica?
La tavola optometrica (o ottotipo) è una tavola bianca utilizzata dall’oculista per misurare l’acutezza visiva del paziente e la sua capacità di mettere a fuoco le immagini. Sopra questa tabella, tipicamente utilizzata per la misurazione della vista da lontano, sono riportati simboli, lettere e numeri che diventano sempre più piccoli man mano che si susseguono dall’alto verso il basso.
Nonostante tutti possano procurarsi una tavola optometrica, solamente un oculista esperto è in grado di usarla correttamente. Il visus, ovvero quanto si vede, viene stabilito basandosi sulla distanza tra il paziente e la tavola optometrica e la grandezza dei caratteri stampati che è in grado di leggere.
Quando rivolgersi ad uno specialista?
Secondo gli esperti del settore è fondamentale fissare un controllo completo della vista almeno una volta all’anno per verificare lo stato di salute dei nostri occhi. Grazie a questi controlli regolari l’ottico che misura la vista sarà in grado di verificare l’insorgere di eventuali difetti visivi in modo da correggerli sul nascere, valutando inoltre se sia il caso di prescrivere al paziente l’utilizzo di supporti visivi (occhiali o lenti a contatto).
La visita si rende comunque necessaria con maggiore frequenza per questi tipi di fattori:
- l’età: per i neonati è consigliata una visita ogni sei mesi per monitorare il rapido sviluppo oculare dei primi anni di vita del bambino. La stessa attenzione va prestata per i pazienti sopra i 40 anni, a questa età infatti gli occhi tendono a perdere elasticità e la messa a fuoco risulta meno efficace per questo è necessario fissare regolari e continue visite oculistiche per prevenire danni irrimediabili.
- Malattie pregresse e predisposizione genetica: in questi casi è vivamente consigliato un controllo semestrale dall’oculista.
- Presenza di corpo estraneo nell’occhio, trauma oculare, dolori lancinanti: richiedono la visita immediata da un’oculista con più controlli regolari per monitorare la cura dell’occhio.
È fondamentale prendersi cura della propria vista per mantenere una buona qualità della vita e la visita dall’oculista è un appuntamento inevitabile per raggiungere quel traguardo.
Fonti
- Optometrists.org – How is my optical prescription measured?
- American Academy of Ophthalmology (AAO) – What does 20/20 vision mean?
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NOTA BENE
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Articolo supervisionato dal
Medico chirurgo e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna
Collabora con Clinica Baviera come Chirurgo Oculista e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna dal 2020. È esperto in topografia corneale, oct, fluorangiografia, laser retinico e yag laser per la cataratta secondaria. Nella sua carriera ha svolto oltre 12.500 interventi tra chirurgia della Cataratta, chirurgia della Presbiopia, della Cornea, dello Pterigio, chirurgia del Glaucoma, chirurgia refrattiva e impianti di lente da camera posteriore (ICL). Esperto di chirurgia Palpebrale (Ectropion/Entropion, Dermatocalasi, Xantelasma, Calazio) e delle vie Lacrimali. Nel 2017 ha pubblicato una tecnica personale per la chirurgia dello Pterigio.