Quali sono gli usi principali dei colliri cicloplegici?

Salute degli occhi
Quali sono gli usi principali dei colliri cicloplegici?
27/01/2025
Tempo di lettura: 4 Minuti

I colliri cicloplegici sono gocce oculari somministrate dagli specialisti durante le visite oculistiche per paralizzare temporaneamente il muscolo ciliare del paziente ed ottenere diagnosi più precise.

Spesso queste gocce vengono anche utilizzate per trattare alcune condizioni infiammatorie che colpiscono gli occhi e la vista.

Cos’è la cicloplegia?

Con il termine “cicloplegia” si intende la paralisi del muscolo ciliare dell’occhio, che porta ad una perdita del potere di accomodazione ed impedisce al paziente di mettere a fuoco correttamente gli oggetti intorno a sé. 

Questa condizione può essere provocata anche da altri tipi di paralisi:

  • Tossico-infettive: provocate da intossicazioni gravi come il botulismo;
  • Tossiche: provocate dall’ingestione di sostanze velenose (l’amanita falloide);
  • Traumatiche: provocate da danni o contusioni del globo oculare;
  • Infettive: provocate da infezioni come la sifilide.

La cicloplegia di solito è collegata alla midriasi (dilatazione della pupilla). Per agevolare il lavoro degli specialisti, la ricerca medica ha dunque sviluppato, negli anni, diversi farmaci che possono indurre tali condizioni detti “farmaci cicloplegici”.

tropicamide

Come agiscono i farmaci cicloplegici?

I farmaci cicloplegici agiscono principalmente paralizzando il muscolo ciliare.

Una volta somministrato, il farmaco rallenta l’attività dei recettori del sistema parasimpatico (detti recettori muscarinici) che sono presenti nel corpo ciliare e nello sfintere dell’iride. A poco a poco l’intero sistema rallenta sempre più fino alla paralisi completa del muscolo.

Quali sono i tipi di colliri cicloplegici e il loro utilizzo? 

Esistono diversi tipi di colliri cicloplegici e la durata dei loro effetti varia a seconda del farmaco utilizzato:

  • L’atropina: genera una cicloplegia molto intensa e i suoi effetti tendono a durare fino a 7 giorni.
  • L’omatropina: nonostante sia utilizzata per il trattamento dello strabismo, della miopia nell’infanzia e delle fasi iniziali di cataratta, ha molta meno potenza dell’atropina e anche i suoi effetti scompaiono più velocemente.
  • La tropicamide: genera midriasi e cicloplegia in soli 30 minuti, permettendo allo specialista di effettuare molto rapidamente gli esami durante la visita. 
  • Il ciclopentolato: viene somministrato prevalentemente ai bambini ed ai giovani adolescenti e i suoi effetti svaniscono in sole 24 ore.
  • La fenilefrina: provoca efficacemente la midriasi ed ha un’azione molto rapida (tra le 2 o 3 ore).

Come si classificano i colliri cicloplegici?

I colliri cicloplegici vengono generalmente classificati in due categorie importanti:

  • Gli anticolinergici: gocce oculari (atropina, omatropina, ciclopentolato e tropicamide) che bloccano il muscolo ciliare e lo sfintere pupillare, provocando cicloplegia e midriasi.
  • I midriatici: colliri simpaticomimetici (fenilefrina) che stimolano l’attività dell’intero sistema nervoso simpatico e potenziano il moto del muscolo dilatatore pupillare.

Quando dovremmo usarlo?

Secondo gli specialisti di Clinica Baviera, i colliri cicloplegici andrebbero utilizzati specialmente nelle seguenti situazioni:

  • Per provocare la dilatazione delle pupille (somministrati 10-60 minuti prima della visita oculistica, favoriscono un esame approfondito della retina e dell’area intraoculare)
  • Per contrastare l’irritazione dell’iride (a volte basta una piccola dose di collirio cicloplegico);
  • Per contrastare l’infiammazione della cornea (spesso provocate da infezioni batteriche, virus, parassiti, secchezza oculare o dall’uso eccessivo di farmaci).

Come si somministrano i colliri cicloplegici? 

Gli esperti insistono sul fatto che è sempre fondamentale rivolgersi al proprio medico curante prima di iniziare la somministrazione di farmaci cicloplegici. Inoltre, bisogna sempre seguire le seguenti linee guida per garantire l’efficacia di questi colliri:

  • Se indossate le lenti a contatto, è necessario rimuoverle prima di applicare il collirio in modo da non irritare la superficie oculare;
  • Lavarsi bene le mani per evitare di introdurre polvere e batteri;
  • Fare attenzione che la punta del contagocce non tocchi alcuna superficie prima di iniettare il suo contenuto all’interno dell’occhio;
  • Chiudere delicatamente gli occhi per circa 2 minuti dopo la somministrazione;
  • Evitare di sbattere o stropicciarsi gli occhi in modo che il farmaco non fuoriesca e venga assorbito dal corpo.

Esistono effetti collaterali?

Di solito i farmaci cicloplegici non tendono a causare particolari effetti collaterali oltre a rendere inefficace per diverse ore la messa a fuoco degli oggetti vicini.

Tuttavia, come per qualsiasi farmaco, esistono alcuni effetti transitori che possono provocare fastidi al paziente.

Questi disturbi tendono generalmente a durare solo pochi giorni e i più comuni sono:

  • Irritazione oculare;
  • Un lieve aumento della pressione oculare;
  • Fotofobia;
  • La presenza ripetuta di mal di testa e emicranie;
  • Secchezza all’interno della bocca;
  • Perdita di appetito;
  • Sonnolenza;
  • Agitazione e Confusione;
  • Tachicardia;
  • Ritenzione urinaria.

Quando i colliri cicloplegici non devono essere usati?

I medici di Clinica Baviera consigliano di non utilizzare mai i colliri cicloplegici nei seguenti casi:

  • Nei pazienti che soffrono di glaucoma ad angolo chiuso;
  • Nei pazienti con tendenza all’ipertensione endoculare;
  • Nei bambini di età inferiore ai 3 anni;
  • Nei pazienti che possono presentare allergie ai principi attivi e/o ad uno qualsiasi degli eccipienti presenti nel farmaco.

È importante ricordare che i colliri cicloplegici difficilmente vengono assorbiti per via sistemica e per questo possono essere somministrati anche durante la gravidanza o l’allattamento, sempre però sotto l’indicazione del medico curante.

Fonti

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NOTA BENE

I contenuti medici inclusi nel sito web sono stati scritti e rivisti da personale medico qualificato. Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo e non intendono sostituire in alcun modo il parere del proprio medico curante o della visita specialistica. In nessun caso costituiranno la diagnosi o la prescrizione di un trattamento.


Dott. Federico Fiorini

Articolo supervisionato dal

Dott. Federico Fiorini

Medico chirurgo e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna

Collabora con Clinica Baviera come Chirurgo Oculista e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna dal 2020. È esperto in topografia corneale, oct, fluorangiografia, laser retinico e yag laser per la cataratta secondaria. Nella sua carriera ha svolto oltre 12.500 interventi tra chirurgia della Cataratta, chirurgia della Presbiopia, della Cornea, dello Pterigio, chirurgia del Glaucoma, chirurgia refrattiva e impianti di lente da camera posteriore (ICL). Esperto di chirurgia Palpebrale (Ectropion/Entropion, Dermatocalasi, Xantelasma, Calazio) e delle vie Lacrimali. Nel 2017 ha pubblicato una tecnica personale per la chirurgia dello Pterigio.

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