Test della vista con la tabella di Snellen

Salute degli occhi
Test della vista con la tabella di Snellen
01/08/2024
test di snellen Tempo di lettura: 7 Minuti

Il test di Snellen è un esame della vista che richiede l’identificazione di lettere o caratteri di dimensioni diverse, posti ad una certa distanza dal paziente in modo da misurare in maniera accurata la sua acuità visiva

Nonostante questo test sia stato ideato nel XIX secolo dal medico olandese Hermann Snellen (dal quale prende il nome), è ancora oggi ampiamente utilizzato durante i regolari controlli oculistici per valutare quanto i nostri occhi riescano a distinguere chiaramente gli oggetti distanti da noi.

Il test di Snellen rientra così tra gli esami che vengono eseguiti nei principali studi medici per misurare la vista di una persona, sia in modo preventivo sia quando si sospetta (a volte a seguito del risultato di un precedente esame) che ci sia un deficit visivo dovuto ad un problema refrattivo (miopiaipermetropia e/o astigmatismo) o per qualsiasi altra motivazione.

In cosa consiste il test di Snellen?

Il test di Snellen è un esame della vista molto semplice, privo di qualsiasi effetto collaterale e non provoca alcun tipo di fastidio al paziente. Richiede solamente l’utilizzo di una tabella bianca, utilizzata per la misurazione della vista da lontano sulla quale appaiono lettere nere di diverse dimensioni, chiamata “tabella di Snellen”.

I passaggi per il corretto svolgimento del test di Snellen sono i seguenti:

  1. Il paziente si deve sedere ad una distanza di 6 metri dalla tabella su cui compaiono le lettere (a volte vengono utilizzate persino delle immagini).
  2. Una volta seduto, per poter valutare ciascun occhio separatamente, lo specialista fa indossare al paziente un paio di occhiali senza lenti, invitandolo a coprire uno dei due occhi.
  3. In seguito, l’oftalmologo (o l’optometrista) chiede al paziente di identificare, una per una, le diverse lettere. Normalmente si inizia con le lettere più grandi, che si trovano in alto, e si prosegue progressivamente con quelle più piccole.
  4. Il test della vista termina quando il paziente ha identificato tutte le lettere o ha commesso diversi errori, dimostrando così di non essere in grado di distinguere le figure presenti sulla tabella.
  5. Il paziente non si muove dalla sua posizione iniziale (dai 6 metri) per tutta la durata del test. Quella che cambia è solamente la dimensione delle lettere.
test de Snellen

Come si misurano i risultati del test di Snellen?

Misurare i risultati del test di Snellen è molto semplice, poiché ogni lettera è identificata con un piccolo numero che serve allo specialista per determinare il grado specifico di deficit visivo del paziente. 

Per rapportare questo dato alla perdita della vista viene solitamente utilizzata una frazione il cui denominatore indica il numero sulla tabella mentre il numeratore equivale ai metri di distanza da cui si vede la lettera. Ad esempio: 5/10 significa che una lettera che dovrebbe essere vista normalmente a 10 metri può essere vista solo a 5.

I risultati del test di Snellen vengono generalmente misurati in questo modo:

  • 20/20: è considerata una visione normale e corrisponde al valore 8 della tabella di Snellen.
  • 20/10, 20/15 o 20/12: indicano gradi crescenti di acuità visiva e corrispondono al valore 9 della tabella.
  • 20/40: equivale ad un’acuità visiva del 50% e, in alcuni post, rappresenta il livello minimo per ottenere la patente di guida senza bisogno di supporti. 
  • 20/200 o inferiore: è considerata cecità legale.

È importante notare che, in alcuni casi, il test di Snellen può essere eseguito con l’aiuto di un supporto visivo, come occhiali o lenti a contatto. In queste situazioni i risultati verranno registrati come “20/20 con correzione” o un’acuità visiva specifica con la correzione visiva necessaria.

Cosa indicano i numeri sotto le lettere?

I numeri sotto le lettere indicano la distanza in metri dalla quale, generalmente, una persona dotata di vista sana dovrebbe essere in grado di identificarle. Ad esempio: se una lettera riporta il numero 10 sotto di sé significa che di norma dovrebbe essere distinta accuratamente da 10 metri di distanza.

Un errore comune, legato ai risultati del test di Snellen, è quello di confondere le diottrie come misura dell’acuità visiva, mentre bisogna ricordare che queste si riferiscono specificatamente alla perdita della capacità di messa a fuoco dell’occhio dovuta ad un errore di rifrazione. Le diottrie servono dunque come unità di misura per la correzione dell’acuità visiva.

Chi fu Hermann Snellen?

Hermann Snellen fu un oftalmologo olandese che nel 1862 introdusse il test per misurare l’acutezza visiva. 

Nel corso della sua carriera medica a Utrecht, Snellen si occupò prevalentemente di patologie come l’astigmatismo, il glaucoma, l’infiammazione oculare e le altre malattie che colpiscono la retina e il tessuto connettivo. Come oftalmologo si dedicò anche allo studio di trattamenti per incrementare l’acuità visiva attraverso l’utilizzo di lenti e delle recenti innovazioni nel campo della chirurgia oftalmica. 

Oggi, grazie alla sua tabella, è possibile misurare in decimi la vista di un paziente. 

Quando si realizza il test di Snellen?

Il test di Snellen dovrebbe essere eseguito su tutte le persone che riscontrano un deficit nella propria acutezza visiva. 

I primi segnali di questa problematica vengono solitamente individuati compiendo attività comuni, tipiche della nostra vita quotidiana. Alcuni campanelli d’allarme possono essere i seguenti: 

  • guardando la TV notiamo che, per noi, le immagini risultano più sfocate rispetto al solito;
  • non riusciamo a leggere bene le scritte sulle insegne dei locali;
  • non riusciamo ad interpretare in maniera efficiente i segnali stradali.

Anche se non si riscontrano particolari difetti nella propria acuità visiva, si può essere sottoposti al test di Snellen in diverse situazioni e contesti come:

  • Una visita oculistica di routine: per determinare se il paziente necessita di un supporto visivo;
  • Un esame preoperatorio: prima di effettuare qualsiasi intervento chirurgico oculare è necessario valutare se il livello di acuità visiva è talmente basso da richiedere un’operazione;

A che età è consigliato sottoporsi al test di Snellen?

È consigliato sottoporsi al test di Snellen durante ogni fase della vita in modo da tenere sotto controllo la propria acuità visiva. L’arco di tempo che si lascia intercorrere tra queste visite può variare a seconda dell’età del paziente:

  • Bambini: il test di Snellen andrebbe eseguito almeno due volte nel corso dell’infanzia, a distanza di 5 o 6 anni.
  • Adolescenti: bisogna sottoporsi all’esame sia all’inizio della scuola secondaria di primo grado che alla fine di quella secondaria di secondo grado. 
  • Giovani: il test della vista è consigliato al termine di fasi di studio intense e prolungate (esami universitari o concorsi di studio).
  • Adulti: la regolarità diminuisce e il test va ripetuto circa ogni 10 anni.
  • Anziani: il test è necessario ogniqualvolta si sospetti un deficit visivo.

Occorre una preparazione al test?

Generalmente non è richiesto nessun tipo di preparazione da parte del paziente prima di sottoporsi al test di Snellen. Tuttavia, gli esperti raccomandano alcuni accorgimenti da seguire in modo da garantire una corretta efficacia del test:

  • Informare il proprio medico oculista se si assumono con regolarità farmaci anticolinergici, colliri, psicofarmaci, antistaminici e se si sta seguendo una terapia contro l’ipertensione. Tutti questi medicinali e trattamenti possono, infatti, influire notevolmente sulla propria acuità visiva rischiando di alterare i risultati del test di Snellen. 
  • Evitare il consumo di alcolici e altre sostanze nocive prima di sottoporsi al test.
  • Se si ha avuto una gravidanza recente è consigliato attendere la fine del periodo di allattamento per permettere all’acuità visiva di tornare nella norma. La gravidanza infatti è uno dei fattori che altera temporaneamente l’acuità visiva.
  • Se si è affetti da infiammazioni oculari o infezioni (cheratite o congiuntivite) è necessario trattare queste patologie prima di sottoporsi al test di Snellen. Nel caso in cui, invece, queste condizioni siano particolarmente gravi allora sarà necessario sottoporsi ad altri tipi di esame come il test di movimento oculare e il test di percezione della luce. 

Il test di Snellen è un esame relativamente semplice e per nulla invasivo, per questo motivo non è necessario che il paziente venga accompagnato alla visita. Questo sarà un requisito fondamentale solo nel caso in cui i pazienti siano bambini o persone affette da disabilità cognitive o motorie, che avranno dunque bisogno di un tutore che fornisca loro il sostegno emotivo adeguato a metterli a proprio agio e spiegare loro in maniera dettagliata come comportarsi per garantire la buona riuscita del test.

Quanto dura il test?

Il test di Snellen è generalmente molto breve e può durare tra i 5 e i 7 minuti, specialmente se non vengono individuati gravi difetti della vista. 

Durante la visita, però, è anche da considerare il tempo di consulto in cui il medico oculista pone una serie di domande al paziente in modo da ottenere un quadro più dettagliato possibile della sua salute visiva. In totale la visita e l’esame non richiederanno più di 25-30 minuti.

Fonti

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NOTA BENE

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Dott. Federico Fiorini

Articolo supervisionato dal

Dott. Federico Fiorini

Medico chirurgo e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna

Collabora con Clinica Baviera come Chirurgo Oculista e Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna dal 2020. È esperto in topografia corneale, oct, fluorangiografia, laser retinico e yag laser per la cataratta secondaria. Nella sua carriera ha svolto oltre 12.500 interventi tra chirurgia della Cataratta, chirurgia della Presbiopia, della Cornea, dello Pterigio, chirurgia del Glaucoma, chirurgia refrattiva e impianti di lente da camera posteriore (ICL). Esperto di chirurgia Palpebrale (Ectropion/Entropion, Dermatocalasi, Xantelasma, Calazio) e delle vie Lacrimali. Nel 2017 ha pubblicato una tecnica personale per la chirurgia dello Pterigio.

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